VITA!
Non ricordo quale fosse il suo volto, ma non importa: lo avrebbero ricordato a lungo per il suo nome, per la sua fama, come egli era solito affermare. Era tronfio più che mai, si considerava un dio, e chissà che la forza di convinzione non lo avesse reso tale. Già da piccolo era stato considerato la perfezione in persona, aveva frequentato le migliori scuole, era stato definito "lo studente modello", il modello da seguire: voti eccellenti, molteplici attività extrascolastiche, ottima educazione. Non aveva mai avuto molti amici, forse nessuno, ma questo era irrilevante: che significato poteva avere giocare con stupidi ragazzini, lui voleva sentirsi grande, vivo. Crescendo era cambiata un poco la fisionomia del suo viso, la sua voce si era fatta più grave, era mutato il fisico, non il suo schema di vita, il suo pensiero. Lui era un uomo d'affari, viaggiava spesso, conosceva i veri problemi che affliggono il mondo. Quando era tornato dall'India, dal Brasile, dall'Africa, la sera si era disteso come al solito, meccanicamente, nel letto di un hotel cinque stelle ed in uno dei suoi pochi momenti liberi aveva riflettuto: "Ora so cosa vuol dire morire di fame, quanto sia raccapricciante lo sfruttamento umano, quanto...", poi si era ricordato del viaggio che avrebbe dovuto fare la mattina seguente, quindi aveva spento la luce, addormentandosi pacificamente. Era sempre impegnato in conferenze, aveva fiumi di parole da elargire, quando si trattava di illustrare i gravi problemi dell'umanità; lui, questo mi ero scordata di dire, lavorava per una multinazionale, una di quelle che radono al suolo ogni giorno fette e fette di foresta Amazzonica.
Ormai era sulla cinquantina e la sua vita procedeva senza molti intoppi, solo la salute, a volte, gli dava qualche grattacapo: il suo stomaco era sempre teso, come una corda di chitarra e il suo fegato spesso sembrava volergli scoppiare lì sui due piedi. Non riusciva a spiegarsi il perchè. Di donne al suo fianco non se n'erano viste molte, non riusciva a capirle, erano capaci solo di parlare di eterno amore, una parola che lui non voleva neppure sentir nominare. Morì. Lui si era sempre immaginato un funerale di quelli che si fanno solo alle celebrità, con migliaia di persone distrutte dal dolore, pensava di meritarselo, dopo tutto quello che aveva fatto; peccato che si fosse scordato un particolare: era solo. Non era morto per complicazioni a quell'ulcera che lo affliggeva da tempo, nè per i problemi al fegato; era stato un infarto a portarselo via. Un giorno si doveva recare a Napoli, per incontrare un cliente, un pezzo grosso del settore in cui lavorava. Stava percorrendo un tratto di strada che costeggiava il mare; era terribilmente in ritardo, era terribilmente irritato. Solitamente a quell'ora si trovava in qualche vecchio e grigio edificio a trattare con qualche altro uomo d'affari, gli era capitato raramente di essere in giro a quell'ora, anche perchè lui non si sentiva soddisfatto se ogni giorno non si alzava all'alba e non andava a dormire a notte fonda, dopo un'intensa giornata di contrattazioni. Ad un tratto aveva sentito il motere che "tossicchiava", poi la macchina si era fermata. Non c'erano molte persone che percorrevano quella strada a quell'ora e lui non ne aveva mai voluto sapere di imparare qualcosa sui motori e sulle macchine, che aveva sempre considerato i frutti di una tecnologia volta a distruggere l'ambiente, la terra, il mondo. Così, adirato più che mai, si era dovuto arrendere ai fatti: avrebbe dovuto aspettare, cosa che non aveva mai fatto, che qualcuno lo aiutasse. Aveva lasciato cadere il capo contro il poggiatesta rivestito di pelle nera e si era assopito per un attimo. Poi, involontariamente, aveva sbirciato fuori dal finestrino: i suoi occhi si erano riempiti di lacrime (non aveva mai pianto prima), aveva sentito il cuore come strangolato da un laccio che si stringeva sempre più, aveva avuto solo il tempo di sussurrare: "Oh, Vita!". Era l'ora del tramonto.
Carol Artego
grazie dell'emozione..
RispondiEliminasono contenta quando riesco ad emozionare! grazie a te! :-)
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